Esempio di applicazione pratica del Problem Solving Strategico
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Per rendere più semplice la comprensione dei passaggi descritti nell’articolo sul Problem Solving Strategico, ti faccio un esempio pratico della sua applicazione: vediamo come affrontare la paura di parlare in pubblico.
1. Definizione del problema
Quando mi trovo a parlare in pubblico provo ansia e senso di inadeguatezza. Il cervello mi si spegne, non riesco ad avere idee né a ricordare. Mi blocco solo se non conosco gli ascoltatori, mentre in contesti a me familiari il “pubblico” mi preoccupa meno. L’essere in contesti formali e strutturati amplifica il mio blocco. Ho paura di non esprimere la giusta “performance” e di deludere le mie ed altrui aspettative, però il blocco che ho sicuramente non mi fa avere successo.
2. A) Obiettivo
Riuscire ad affrontare un’audience di più di 50 persone senza ansie da prestazione, senza paura di sbagliare, e con la sicurezza di chi sa che ha un contributo da dare.
2. B) Come fanno gli altri
La mia amica Cinzia riesce ad essere coinvolgente e sicura. Lei inizia sempre con una frase preparata a tavolino, rompe il ghiaccio e poi va via liscia. Si prepara adeguatamente, ma lasciandosi anche la possibilità di non essere perfetta. Forse questo la avvantaggia emotivamente rispetto a me. Ma soprattutto sembra non avere “vocine interiori” che la frenano o le mettono paura. Forse potrei provare a non ascoltarle, anche quando loro gridano.
Antonio invece ama la sfida, e i contesti in cui deve emergere lo caricano. Io non sono così, però ammetto che il suo stato di “carica” lo fa sempre uscire dai problemi, e l’audience tutto sommato lo segue bene e non contesta. Forse perché si dimostra sicuro anche quando non lo è del tutto.Magari potrei prendere spunto da lui e cercare qualcosa che “mi carica” prima di salire sul palco…
3. Tentate soluzioni
La soluzione che utilizzo più frequentemente per scongiurare l’ansia è quella di evitare il palcoscenico. Spesso mi sono rifiutato di esporre in pubblico, in altri casi ho mandato in prima linea il collega invece che andarci io.
La seconda soluzione che utilizzo di solito è quella di iper-prepararmi. Questo diminuisce la mia ansia, e l’avere un supporto come slide o documenti mi consente di restare concentrato sul messaggio, dandomi sicurezza e mettendo in secondo piano le emozioni che mi bloccano.
Una volta ho provato la soluzione di “buttarmi” senza prepararmi, cercando di barcamenarmi alla meglio. È stato un fallimento totale§Da queste tentate soluzioni capisco che:
– il mio problema è l’ansia di fare brutta figura
– la buona preparazione mi aiuta
– il supporto di slide o documenti mi aiuta
– ho bisogno di restare concentrato sul messaggio per non provare l’ansia che mi blocca
– “buttarmi” non è una soluzione
4. Scenario oltre il problema
Se non avessi l’ansia da prestazione sarei sicuro, sorridente, certo di passare messaggi utili, convinto di ciò che dico, con una postura eretta e che dimostra sicurezza. Proverei la soddisfazione e il piacere di dimostrare il mio punto di vista e/o educare su argomenti che conosco bene.
5. Tattica dei piccoli passi
Non posso pensare di saltare sul palco e diventare showman alla prima occasione. Devo partire dal piccolo: nella prossima presentazione, oltre a prepararmi bene e utilizzare slide e supporti, mi studierò una frase introduttiva per far sorridere il mio pubblico e sciogliere il ghiaccio. Poi nella seconda occasione, oltre a questo, aggiungerò durante l’esposizione una domanda al pubblico, che mi faccia sentire in grado di coinvolgere. Alla terza occasione potrei aggiungere anche una battuta a metà discorso, e poi alla quarta inizierò con una domanda coinvolgente, che al contempo faccia anche sorridere.
6. Tecnica dello scalatore
Il mio obiettivo è “Riuscire ad affrontare un’audience di più di 50 persone senza ansie da prestazione, senza paura di sbagliare, e con la sicurezza di chi sa che ha un contributo da dare”.
Per arrivarci devo sentirmi sicuro di poter gestire qualunque opinione o commento, devo riuscire a fregarmene di ogni giudizio, devo dimostrarmi sicuro con tono di voce, postura e gesticolazione. Per raggiungere ognuno di questi tre sotto-obiettivi ho bisogno di … [imparare a gestire l’ansia, imparare a leggere positivamente i giudizi, leggere un libro su…, fare x esperienze sul campo, ecc.]
Al termine di questo processo avrò capito chiaramente:
– il problema (ansia da prestazione/del giudizio),
– l’obiettivo (“affrontare un’audience di più di 50 persone…”),
– le soluzioni che non funzionano con me (“buttarmi”),
– quelle che aiutano (concentrarmi sul contenuto del messaggio invece che sull’ansia, prepararmi e avere supporti visivi/documentali),
– quale stato fisiologico-emotivo devo tentare di riprodurre per affrontare al meglio il mio problema
– da quali piccoli passi posso iniziare il mio cammino
– quali passi operativi devo compiere per raggiungere l’obiettivo
Non male vero!?
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