Le 4 principali cause e come liberartene
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Ok, l’ho iniziata: questa è una guida definitiva anti procrastinazione.
Aspetta, metto una bella canzona su youtube, così mi tira su l’umore e scrivo meglio. Fatto.
Dicevamo: la procrastinazione.
La procrastinazione è quella pessima abitudine di…che schifo ‘sta canzone, un attimo che la cambio. Ok così va meglio.
Sostanzialmente ti succede che, pur conoscendo le tue priorità, ti riempi di piccole altre attività semi-inutili, pur di evitare ciò che è più importante.
[…10 min] Rieccomi, scusa, volevo stuzzicare qualcosa. …Ah, la bambina…
[…4 min] Rieccomi. Dicevamo della procrastinazione. Non è realmente pigrizia, non è una vera e propria malattia. Però oggettivamente è invalidante, perché quando ti parte… [Oh dovevo rispondere a Teo su Whatsapp! Che figuraccia…]
Poi succede che non ho più tempo, mi sento in colpa per essere in ritardissimo, e quindi cascasse il mondo sono qui, incollato alla sedia a vincere ogni resistenza e recuperare tutto il tempo perduto [vabbè, solo un bicchiere d’acqua poi basta!].
Cos’è la Procrastinazione
“Pensa a tutti gli anni in cui hai detto a te stesso “Lo farò domani”, e come gli dei ti hanno garantito ripetutamente anni di grazia di cui tu non hai giovato. È tempo di realizzare che sei un membro dell’Universo, che sei fatto di Natura, e che un limite è stato dato al tuo tempo”
Così Marco Aurelio, nel 170 dC, scrive della procrastinazione nelle sue “Meditazioni”, confermando che la “rimandite” non è nuova a noi umani, e lo studio su di essa ha radici molto antiche.
Io l’ho provata sulla mia pelle migliaia di volte, soprattutto nel percorso scolastico. Purtroppo pensavo che la soluzione fosse forzarmi a studiare, restando seduto fino a libro concluso. Ma a poco è valso questo metodo, se non a farmi odiare lo studio sempre più.
Poi nel tempo ho approfondito il tema. E ho scoperto cos’è la procrastinazione, come si presentava nella mia vita, e come vincerla.
Il termine “Procrastinazione” viene dal latino “pro” = avanti, “cras”= domani, “tinus” = rende cras un aggettivo, e vuol dire “differire a domani”. Come ben descritto da Marco Aurelio, è la tendenza a posticipare impegni o doveri, per evitare di doverne sentire il peso nel momento presente.
In questa guida vorrei esplorare le principali motivazioni e soluzioni alla procrastinazione. Scorri pure i titoli, e soffermati su quelli che ti risuonano. Se ti ritrovi in una di queste descrizioni, ricorda che in fondo a questa guida trovi 3 esercizi pratici per superare la procrastinazione. Inoltre nell’ultimo paragrafo trovi tutti gli approfondimenti che possono esserti utili.
Le cause della procrastinazione
Autori diversi motivano la procrastinazione in modo differente. Forse perché la causa non è una, probabilmente perché ne esistono diverse forme.
Di seguito ti riporto quelle che ritengo più fondate e che ritornano con frequenza nei tanti studi sull’argomento.
1. Paura di fallire
Hai presente quando Roberto Baggio sbagliò l’ultimo rigore nei mondiali del ’94? Fu una delusione incredibile. Chissà cosa avrà provato lui nei giorni (se non mesi) successivi.
In realtà la paura di fallire ci tocca tutti, anche in ambiti molto più quotidiani. Si può definire paura di sbagliare, di non raggiungere un obiettivo o, peggio, di deludere le aspettative che noi stessi o altri hanno su di noi. Il processo emotivo che fai è quello di evitare la sorgente di quell’ansia, rimandandola a un “dopo” che, se potessi, non affronteresti mai.
Le scuse diventano infinite, e qualunque distrazione, seppur insignificante, diventa prioritaria. Non per l’importanza che riveste in sé stessa, quanto per il valore che ha come salvezza da quell’ansia e da quel senso di inadeguatezza da cui cerchi di fuggire.
Due sono le principali cause della paura di fallire: un’aspettativa esagerata o la scarsa sicurezza nella tua capacità di portare a compimento quanto richiesto.
Sostanzialmente sembri come un novello scalatore davanti all’Everest. O lui è troppo alto, o tu sei poco preparato. In entrambi i casi la sfida ti spaventa, ti senti incapace o imbranato, e quindi preferiresti evitarla.
Se questo è ciò che vivi, ci sono due considerazioni importanti da fare:
- Primo: non ti sottovalutare
Ok, magari sei un novellino. Magari hai i tuoi difetti, e questi hanno il loro peso. Ma fai attenzione a non sopravvalutare i tuoi limiti, sottovalutando invece le tue capacità. Se non hai fiducia in te stesso o se ti ostini a dare definizioni depotenzianti di te, leggi gli articoli sull’insicurezza e sulle etichette che ci diamo - Secondo: non sopravvalutare il tuo Everest
Spesso la scalata sembra troppo alta quando noi ci sentiamo piccoli. Se questo è il tuo caso, torna al punto sopra. Se invece il tuo Everest è oggettivamente alto rispetto alle tue possibilità, considera due aspetti:- Qualunque obiettivo è irraggiungibile se stai fermo. Devi partire, devi fare il primo passo. Quando parti, pian pianino, trovi le soluzioni, capisci di cosa hai bisogno, e recuperi strada facendo. Non temere, sarà il cammino a darti visibilità sul prossimo passo da fare.
- Qualunque obiettivo è irraggiungibile se non hai costanza. Non avere fretta, meglio procedere pian piano, che non a strattoni. Meglio un mattone al giorno, che uccidersi di lavoro all’inizio e non riuscire poi a proseguire. Se il concetto non ti è chiaro, guarda questo video!
2. Compito svalutante
È il classico caso di quelle attività che ritieni sminuiscano la tua professionalità, o la tua persona, o i tuoi valori.
Un esempio? Molti tra noi, ed io sono il primo, rimandano i lavori domestici fino al momento in cui i piatti, per protesta, si lavano da soli.
Sono una persona che ama pensare a costruire cose nuove. Pulire, nel mio ideale, vuol dire tornare a recuperare una sporcizia o un disordine che appartengono al passato. E questo per me è un peso maggiore del desiderio di pulizia. Pur amando i luoghi puliti, vivo il pulire come una svalutazione di ciò che sono e che desidero. Ecco perché adoro Irene, la signora che ci aiuta nelle faccende domestiche. Per me e la mia famiglia è un vero toccasana.
Quando il compito che devi svolgere ti risulta svalutante, allora lo rimanderai fino al momento in cui il costo emotivo del rimandare non supera il costo emotivo della svalutazione. Quando non potrai più attendere recupererai il tempo perso, magari anche con un’energia e una rapidità non comuni.
La soluzione? Fin troppo semplice: crea le condizioni per affidare queste attività ad altri!
Ok, lo ammetto, l’idea di sbolognare le attività peggiori non è mia ;).
Il fatto è che per te sono “peggiori”, per altri non lo sono. Anzi, c’è chi desidererebbe sbolognare a te attività che per te invece sono motivanti, pur di avere in cambio le tue, che per te sono una condanna.
Il concetto di fondo è questo: la tua massima efficacia emerge negli ambiti in cui puoi esprimere la tua maestria, in cui produci risultati che ritieni rilevanti e unici, che valorizzano te e il tuo lavoro.
Le attività diverse da queste devono essere considerate come una fonte di distrazione, come una perdita nel tuo impianto energetico. Ciò non vuol dire che non si possano o debbano fare, ma è chiaro che non puoi riempirti di attività come queste.
Creare le condizioni per affidare agli altri le attività per te svalutanti vuol dire, ad esempio, dedicare un’ora in più al tuo lavoro, ed utilizzare quel reddito aggiuntivo per pagare chi ti sostituisce un’ora nelle attività che non ami (es. le faccende domestiche). Oppure crearti le competenze che ti servono per richiedere al tuo responsabile un cambio di mansione o un’evoluzione nell’organigramma aziendale. Vuol dire anche istruire adeguatamente i tuoi collaboratori affinché possano svolgere bene alcune delle tue attività. Se adeguatamente presentato, l’aumento delle responsabilità o del livello delle mansioni può essere vissuto dai tuoi collaboratori come empowerment, e quindi essere anche molto gradito. Tu ti liberi di un peso, loro sono contenti di crescere.
“Chiunque può svolgere una qualsiasi quantità di lavoro, a patto che non sia il lavoro che si presume debba fare in quel momento”
(R.C.Benchley)
3. Ricerca del brivido
Nella psicologia della procrastinazione è importante considerare un terzo elemento di resistenza alla produttività. È il desiderio, prevalentemente inconscio, di lavorare sotto adrenalina.
Il cosiddetto “Thrill Seeking” (“ricerca del brivido”, in italiano) è una forma di attivazione del processo detto “ricompensa” generato dal sistema limbico.
Immagina di vivere con un basso livello medio di Dopamina, l’ormone della ricompensa. Ricadi facilmente nella noia o in stato di apatia. La tua ricetta potrebbe essere quella di creare le condizioni per provare forti emozioni, anche di paura o di incertezza. È il classico caso di chi desidera ardentemente esperienze adrenaliniche, come buttarsi in caduta libera col paracadute, o fare base jumping da un ponte. Quel brivido riattiva tutto il tuo corpo e la tua mente, dandoti scariche di vita che ti fanno sentire vivo, attivo, energico, rilevante.
Ecco perché odi la routine, e attendi sempre l’ultimo istante possibile: per richiamare quel brivido adrenalinico che ti attiva il senso di incertezza, di sfida, da cui prendi carica ed energia.
La soluzione? Nei casi più lievi si può lavorare su quel senso di noia e apatia che generano il tutto. Praticare la gratitudine e fare meditazione potrebbe essere un’ottima idea.
Tuttavia la ricerca del brivido può arrivare ad essere una vera e propria dipendenza. Per questo, se senti il costante bisogno fisico di situazioni adrenaliniche, chiedi l’aiuto di un esperto, che saprà aiutarti a riconoscere e gestire le tue emozioni.
4. Paura del successo
Non tutti siamo pronti a sentirci persone di successo. Magari famosi o ricchi o riconosciuti, magari saggi e consapevoli, o molto più semplicemente persone che hanno scoperto il valore e l’amore per la propria vita, e desiderano viverlo a pieno e diffonderlo.
Qualunque sia la tua idea di successo, può avvenire che il suo raggiungimento ti faccia paura, perché non ti senti adeguato, non ti senti all’altezza. Per questo motivo la tua procrastinazione è funzionale a non costruire, a non procedere verso la tua idea di riuscita. E’ sostanzialmente una perfetta forma di autosabotaggio.
Sono due le principali forme di paura del successo:
- Paura di non essere all’altezza
In alcuni casi avere successo implica essere conosciuto, celebre o rinomato. Questo, nel tuo immaginario, può implicare il rischio di essere giudicato o criticato. Critica che non è sotto il tuo controllo e che probabilmente non riusciresti a mandar giù. Quindi preferisci restare nell’orticello che conosci, pur di non rischiare. - Paura di snaturarti
Probabilmente il tuo ideale di successo è piuttosto lontano da ciò che nel profondo desideri essere o diventare. Semplicemente la tua natura è diversa, e quindi hai il timore di dover diventare un’altra persona.
In entrambi i casi stai ragionando con scarsità. Ti stai focalizzando su ciò che viene sottratto alla tua vita, invece che su ciò che ne potresti ricavare di positivo.
Probabilmente la celebrità può darti molto più che la sola critica. Probabilmente, proprio perché raggiungi ciò che vuoi, potresti sentirti più sicuro, più creativo e pieno di energie, tanto da essere anche superiore ad ogni possibile attacco.
Inoltre, nulla ti dice che in una condizione di successo tu sia costretto a vivere la tua vita secondo valori o priorità differenti da quelle che desideri. Ricorda: è il tuo successo, non quello di altri. Se non è in linea con ciò che sei veramente, allora non è il tuo successo, e pertanto va ripensato.
Il linguaggio tipico del procrastinatore
Un aiuto per riconoscere la tua tipologia di procrastinazione viene dal tuo linguaggio tipico.
Formule del tipo “Ah, quanto vorrei che … ”, oppure “Se aspetto magari si risolve…”, o anche verbi come “devo”, “dovrei” sono tipici del procrastinatore che ha paura di fallire. L’approccio è del tipo “Ah, quanto vorrei che l’Everest fosse più basso, che io sia più esperto…lo so, dovrei scalarlo…ma che ci vuoi fare, sono fatto così…”.
Quando sei sottoposto a compito svalutante, invece, il linguaggio più frequente è arrabbiato o, al contrario, depresso. O “è tutto uno schifo” (fuori di te) o “mi sento uno schifo” (dentro di te). Spesso sbuffi, assumi una postura da persona affranta, e con il tuo para verbale comunichi chiaramente il tuo malessere.
Il cercatore di brividi ha un linguaggio forte, che contrappone spesso ciò che è “fantastico” a ciò che è “uno schifo”. Raramente esistono le vie di mezzo, e il balletto degli opposti riemerge frequentemente in ogni colloquio.
Infine chi ha paura del successo usa spesso una terminologia del tipo “non serve”, “non vale la pena”, “poi vediamo”. La tendenza è quella di sminuire ciò che hai di fronte, per giustificare il fatto che non ti ci vuoi confrontare.
Metodi e rimedi per combattere la procrastinazione
La procrastinazione è come un virus. Quando ti infetta, diventa una malattia, che tende a propagarsi e a convivere con te. Addirittura se trovi persone colpite o un ambiente che ne è affetto, potresti iniziare anche tu a soffrirne, inconsapevolmente.
La buona notizia è che ci sono diversi rimedi per combattere e sconfiggere la procrastinazione, sia quella cronica, che quella che si presenta di tanto in tanto in forma acuta. La notizia cattiva è che devi prima di tutto riconoscere a te stesso che stai procrastinando, che questa è una reazione ad un tuo bisogno più profondo, e che per reagire c’è bisogno di un po’ di gentile violenza su sé stessi.
Ecco i rimedi più ingegnosi che ho trovato nei miei studi. Ti riporto solo quelli che ho testato personalmente e che su di me sono stati efficaci.
1. La tecnica della NON programmazione
Da ingegnere creativo quale mi piace definirmi, questa per me è una tecnica geniale. L’ho scoperta leggendo Neil Fiore nel sul libro “The Now Habit”.
Si tratta di creare due liste di priorità settimanali: quella delle cose da fare, e quella delle cose piacevoli che non vuoi farti mancare.
Ora pianifica la tua settimana, partendo però dalle cose piacevoli. Decidi dove inserire il cinema, dove l’incontro con il tuo amico, dove il tempo per la lettura e per il tennis.
La tua settimana ruoterà in base alle attività che ti piace fare.
Solo nei buchi vuoti del tuo calendario, puoi inserire i compiti presenti nell’altra lista, quella delle cose da fare.
Attenzione però: il tuo lavoro dovrà procedere a slot di 30 minuti super-concentrati. Dimentica sia le full immersion di ore ed ore, sia qualsiasi altra possibile distrazione. Niente telefoni, niente internet, niente merenda. Tra uno slot e l’altro donati qualche minuto di riposo.
Questa tecnica su di me ha avuto un effetto incredibile. Ha un duplice vantaggio, tutto emotivo: il primo è che al centro della tua settimana ci sono i piaceri. Non vivi solo di lavoro, ma principalmente per ciò che ami. Il secondo è che quando è il momento di lavorare, hai il tempo contato, e questo ti mette in quel sano bisogno di produrre, molto utile a noi procrastinatori.
2. La tecnica delle piccole ricompense
Definisci gli obiettivi della tua giornata e per ogni attività ben svolta e portata a termine, fatti un piccolo regalo. Può essere un minuto spensierato all’aria aperta, può essere un biscotto che ti piace, o una telefonata che non vedi l’ora di fare. Seleziona le attività che desideri fare, e utilizzale come ricompensa per il lavoro ben svolto.
3. La tecnica del viaggio
Prova un attimino ad auto-suggestionarti. Immagina che ti sia appena arrivata una lettera con un biglietto gratuito per il viaggio dei tuoi sogni. È lui, è vero, è quello che desideravi da sempre.
Problema: si parte domani!
Hai tempo fino a domattina alle 6 per sbrigare tutte le commissioni importanti e per lasciare il tuo lavoro in ordine prima di partire. L’aereo non ti aspetta, quindi armati di energia e muoviti!
Obiezione condivisibile: “Ma che fai ti pigli in giro da solo!? Poi se domani non parti ci rimani male…”.
Certo, se domani non parti ci rimani male. Ma con questa sana bugia che dici a te stesso, domani avrai la giornata libera, perché avrai già anticipato tutto il lavoro! Il piacere che proverai sarà differente, ma sentirai un senso di leggerezza e di soddisfazione che ti ricompenseranno ampiamente.
Il tocco in più
Se questa guida non ti è bastata per guarire dalla procrastinazione, ti svelo un’ultima teoria.
Secondo John Perry, filosofo e professore dell’università di Stanford, la procrastinazione è il perfetto strumento per raggiungere numerosi obiettivi secondari. La sua teoria della “Procrastinazione Strutturata” afferma che per rimandare le attività importanti si compiono decine e decine di altre attività, che nel loro complesso hanno comunque un valore per la tua vita.
Nel suo libro “La nobile arte del cazzeggio” spiega come la sua incontenibile tendenza procrastinatrice lo abbia sì rallentato nel suo lavoro di professore, ma gli abbia anche fatto guadagnare una incredibile fama come professore “illuminato”, vicino agli studenti, proprio perché amava conoscerli e passare del tempo con loro, magari giocando a ping-pong.
Questo per dirti: non tutte le procrastinazioni vengono per nuocere. Anche se sei procrastinatore incallito, puoi essere felice. E se ogni tanto cedi alla “dolce arte dello stare al passo con lo ieri” (Cit. D. Marquis), l’importante è esserne consapevole, e decidere che va bene così, perché tanto ormai hai letto questa guida e conosci le strategie per superare la procrastinazione e tornare proattivo quando lo desideri.
E tu che procrastinatore sei? Quali soluzioni hai trovato? Condividi nei commenti e sui social!
A presto
Luca
Approfondimenti
- I libri imperdibili sull’argomento:
- “Still Procrastinating” di Joseph R. Ferrari. Forse il più completo sull’argomento, in particolare sulla psicologia della procrastinazione.
- “The Now Habit” (in italiano “Ora! Non Rimandare…Fare“) di Neil Fiore, da cui ho tratto spunti sul linguaggio del procrastinatore e sul metodo della non programmazione.
- “Do the Work” di Steven Pressfield: come identificare alleati e nemici dei tuoi risultati e come superare i principali blocchi che ti fanno procrastinare.
- “Eat That Frog” (nella vecchissima edizione in italiano “Bacia quel Ranocchio“) di Brian Tracy. 21 modi per superare la procrastinazione, tramite pianificazione, focalizzazione e disciplina.
- Se vuoi approfondire la Procrastinazione Strutturata, leggi “The Art of Procrastination” (in italiano “La nobile arte del cazzeggio“) di John Perry.
- Qualcosa in più sul “Thrill Seeking” e sul funzionamento del sistema limbico
- Vuoi sapere se sei procrastinatore? Prova questo test gratuito.
- Un video molto simpatico, che ti fa entrare nella mente di un vero procrastinatore seriale (sottotitoli in italiano)
Molto bello Luca complimenti!
Grazie Giovanni!