Sperimentare lo stato di Flow per ottenere risultati incredibili
Lettura 8 minuti
Negli scorsi giorni ho fatto un esperimento divertente.
Durante qualche ricorrenza o serata in compagnia, mi sono dilettato nel punzecchiare amici e conoscenti chiedendo a quando risalisse l’ultima volta in cui hanno sentito di aver avuto successo.
Prima reazione fisiognomica evidente: occhi sgranati, sopracciglia all’insù, labbra in fuori, della serie “ma che ca–spita vuole questo!?”
Poi qualcuno ha iniziato a scorrere compulsivamente le proprie memorie alla ricerca di un evento del 1833 che nonostante la polvere potesse vagamente rispondere alla domanda. Qualcun altro invece mi ha chiesto con imbarazzo “maaa…in che senso!?”.
In che senso?! Come in che senso!? Se hai un obiettivo e stai facendo qualcosa per raggiungerlo, saprai dirmi quando hai sentito di aver fatto un passo avanti, no!?
Il problema è che nel nostro agire quotidiano raramente abbiamo in testa un obiettivo ed una precisa idea di successo. Spesso prevalgono abitudine, inerzia, routine, che spengono l’iniziativa e annientano il desiderio di migliorare e migliorarsi.
“Non sempre cambiare equivale a migliorare,
ma per migliorare bisogna cambiare.”
(Sir Winston Churchill)
In questo contesto “l’avere Successo” sembra un concetto lontano, molesto, che spesso leghiamo a soldi, fama e vita da sballo, qualcosa che non ci appartiene e che a tratti fa venire l’orticaria.
La nostra Fortuna
La nostra fortuna è che ogni tanto si risveglia in noi un imprecisato desiderio di “qualcosa in più”. Un guizzo di creatività, un’ambizione latente o la sensazione di avere risorse inespresse. Tutti fattori che ci spingono a desiderare uno stato migliore di quello in cui siamo.
Questa forza innata è ciò che ha spinto l’uomo ad evolvere, dalle caverne alla domotica. Eppure spesso ci troviamo a spegnerla, a non ascoltarla.
Anatomia di UN successo
Dichiaro subito che in questo post non parlerò del “#supermega#successonedellatua#vita”, delle “186 Semplici Leggi Per Una Vita Con Più Vita” o di “Come Farsi La Lamborghini In 36 Ore Vendendo Il Nulla Mondiale”.
Scienza, buon senso e concretezza sono ciò che desidero per questo blog, e così sarà anche oggi.
Il mio obiettivo è analizzare insieme a te quali sono le dinamiche emotive che ci consentono di ottenere un risultato eccellente in una specifica attività, sia essa uno sport, un lavoro manuale, una invenzione creativa. Non il “successo” inteso come più ampia realizzazione nella vita, ma come capacità di ottenere uno specifico obiettivo concreto e puntuale.
“Ma come, – ti chiederai – chi è costui per insinuare di sapermi spiegare cosa fare per riuscire in qualcosa? E poi di che ambito parliamo!? Lavoro, relazioni, sport!? Come possono esistere regole universali che mi consentono di ottenere risultati eccellenti in ambiti totalmente differenti?”.
La risposta è semplice: esiste uno stato psicologico ed emotivo che ti consente di abbattere qualsiasi tua resistenza al raggiungimento di un obiettivo specifico e quindi di ottenere risultati incredibili.
Il primo a parlarne è stato nel 1990 lo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi, professore all’università di Claremont e di Chicago. Nel sul libro “Flow: the Psicology of Optimal Experience”, Csikszentmihalyi – ogni volta che devo scrivere questo cognome perdo 30 minuti. Non me ne voglia il Professore, ma da ora lo chiamiamo “Sìk” – … dicevo: nel sul libro… il Prof. Sik spiega cosa avviene nella mente degli atleti intervistati durante una loro massima performance. Il filo comune tra tutti è la sensazione di potersi estraniare da sé, di non avere resistenze nel compiere le loro azioni, e per questo di poter ottenere prestazioni incredibili.
Ma andiamo per gradi.
La base
Una cosa è chiara: per riuscire in qualsiasi cosa devi:
- Desiderarlo ardentemente: non ottieni avanzamento in nessun campo della tua vita se non lo desideri davvero e se, allo stesso tempo, il tuo desiderio non è chiaro e nitido. Nello sport il desiderio può essere sentirsi il migliore, o parte importante di una squadra, o semplicemente sentire di avanzare costantemente nelle proprie capacità. Nel lavoro può essere il riconoscimento, l’aumento di salario o la crescita nella gerarchia aziendale. Non è importante quale sia il tuo desiderio, ma è importante che sia chiaro e definito. Se ti interessa approfondire questo argomento puoi leggere “The One Thing” di Keller e Papasan.
- Porti l’obiettivo: riesci ad immaginare un attaccante di calcio che vuole sentirsi il migliore (desiderio) ma non ha chiaro in mente che per realizzare quel desiderio deve far gol (obiettivo)? O uno scultore che inizia con lo scalpello prima di capire cosa vuole realizzare? Definire l’obiettivo è un passaggio tanto scontato quanto trascurato nella nostra quotidianità. Dovremmo imparare a scriverlo ogni mattina, prima di iniziare la giornata, perché orienti le nostre scelte e detti le priorità.
- Sapere cosa ti farà capire che il risultato è stato ottenuto. Ti basta un gol o ne servono due? Ti basta che la gente approvi o c’è qualcosa di concreto da realizzare? Sembra banale, ma misurare i risultati e comprendere dove bisogna arrivare è importante per non perdersi lungo la strada o per non rischiare di arrivare senza neanche averne consapevolezza.
Il Flow: il tuo superpotere
Chiarite le basi sine-qua-non, proviamo ora ad analizzare alcuni successi per comprenderne i tratti comuni. Ti farò vedere 5 brevissimi video, tutti corrispondenti a situazioni in cui il protagonista ha raggiunto il suo obiettivo esprimendo prestazioni incredibili, nello sport, nell’arte, nella vita quotidiana.
Cosa accomuna queste performance eccellenti? Obiettivo chiaro? Si: per uno è far gol, per l’altro ricreare un preciso disegno sulla sabbia, per l’altro riprodurre una certa opera in modo impeccabile. Concentrazione? Totale. Paura di sbagliare? No, decisamente. Fiducia nella propria tecnica e nelle proprie capacità e competenze? Assolutamente. Motivazione? Forte.
Tutti questi sono esempi di persone che stanno vivendo un momento di “Flow” (Flusso), detto anche “Esperienza Ottimale” o, nello sport, “La Zona”. Secondo il nostro Prof. Sik, sono situazioni in cui coesistono le seguenti condizioni:
- Gli obiettivi sono chiari. Vedi sopra.
- Il feedback è immediato. Nel momento stesso in cui si compie l’azione possiamo valutarne l’esito. Il feedback non arriva dopo minuti, ore o settimane, ma immediatamente: “ho superato un avversario”, “ho riprodotto la variazione del brano x”, e così via.
- Concentrazione esclusiva sulla situazione in atto. Non ci sono distrazioni, si è al 100% immersi nella prestazione.
- Assenza di auto-osservazione. Nel preciso momento in cui si compie l’azione, l’individuo non si chiede come stia andando. Non esiste il “dovrei fare così”, “sarebbe meglio se”, ma solo la pura presa di coscienza di ciò che è già passato (punto 2).
- Rapporto fluido e continuo tra l’azione e la consapevolezza. Non vi sono momenti per pensare e momenti per agire. È un flusso unico, senza interruzioni, e l’azione si sviluppa di pari passo con la consapevolezza di ciò che sta avvenendo.
- Il senso del tempo è alterato. In questi momenti i soggetti intervistati dichiaravano di avere una percezione del tempo completamente alterata. Un secondo può durare una vita e viceversa.
- Motivazione intrinseca. Ciò che motiva il soggetto durante l’esecuzione non è un riconoscimento esterno ma un piacere “intrinseco”, interiore, una sorta di beatitudine non dipendente dalle eventuali conferme esterne.
- Il senso del controllo è automatico e privo di sforzo. La tua padronanza della materia è tale da farti sentire perfettamente capace di controllare ciò che avviene, senza sforzi o timori.
- Vi è equilibrio tra le proprie capacità e il senso di difficoltà percepito. Sei bravo, preparato e capace in quella specifica attività. Hai interiorizzato la tecnica e senti di dover affrontare una sfida alla tua portata.
“Era come se provassi una strana calma, una specie di euforia.
Sentivo che potevo correre tutto il giorno senza stancarmi
e dribblare qualunque giocatore della squadra avversaria” (Pelé)
Possiamo quindi definire il Flow come “uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività. Questa condizione è caratterizzata da un totale coinvolgimento dell’individuo: focalizzazione sull’obiettivo, motivazione intrinseca, positività e gratificazione nello svolgimento di un particolare compito.” (Fonte Wikipedia)
Posso provarlo anche io!?
Il bello è che tutti noi possiamo sperimentare lo stato di Flow. Anzi, magari l’abbiamo già vissuto più volte nella nostra vita, ma in modo inconsapevole.
Io ad esempio ricordo chiaramente una partitella di calcio tra amici in cui in un istante il mondo intorno mi è parso fermarsi all’improvviso. Non sentivo voci né vedevo volti, ero solo io con la palla; il tempo si è fermato. Ho superato due avversari con estrema leggerezza, tirato dritto e fatto gol. Eppure lo giuro, sono davvero una schiappa a calcio!
Puoi vivere l’Esperienza Ottimale mentre esponi una presentazione al tuo cliente, mentre scrivi la trama del tuo prossimo libro, durante una partita del tuo sport preferito, o magari suonando uno strumento musicale. In generale quando affronti un compito che conosci bene, in cui metti una sicurezza, una positività, una concentrazione ed una energia tali che tutto ti viene bene al primo colpo, senza dubbi né imprecisioni. La parte creativa di te sembra essere un tutt’uno con le competenze, energia e motivazione ti dominano, la sicurezza in te stesso è lampante, e pare che nulla possa ostacolare il tuo Flow.
Lo stato di Flow può presentarsi solo nelle situazioni in cui viene richiesto un equilibrio tra le capacità che riteniamo di avere e il livello di difficoltà dell’attività, verso il quadrante alto del grafico qui sotto.
La spiegazione scientifica
Per capire come è possibile che il tuo cervello superi i propri limiti apparenti entrando in uno stato di Flow, devi sapere che esiste un vero e proprio collo di bottiglia psico-emotivo che rallenta costantemente il flusso del tuo pensiero e quindi la tua azione. Questo collo di bottiglia è dato dalla Corteccia Prefrontale.
La Corteccia Prefrontale è la sede delle principali funzioni cognitive. E’ delegata alla ponderazione delle decisioni complesse, alla volontà, alla percezione del tempo, alla valutazione di cosa è giusto e cosa è sbagliato.
In poche parole è come avere un “Omino del Cervello” che instilla continuamente dentro di te dei dubbi affinché tu possa valutare e pesare in modo più accurato le tue azioni. “Posso farcela? E’ alla mia portata? E’ meglio fare in questo modo o in quest’altro? Quanto tempo ci sto mettendo? Quanto tempo ho a disposizione? Sono in linea con le aspettative?”, e via discorrendo.
Nota bene: sono gli stessi dubbi che ci consentono di apprendere cose nuove e di ottenere risultati eccellenti in altri contesti! Del rapporto tra razionalità ed istinto ne parlo in questo post.
Tuttavia se stiamo svolgendo attività che ormai sono nel nostro totale dominio, che abbiamo ampiamente automatizzato con l’esperienza e la pratica, in cui ci sentiamo forti e capaci, allora il valore aggiunto apportato dall’Omino del Cervello è davvero limitato, se non addirittura controproducente.
Ecco perché in specifiche situazione riusciamo (più o meno volontariamente) a bypassare completamente la Corteccia Prefrontale, quasi a spegnerla, eliminando questo collo di bottiglia e riuscendo a dare il massimo di noi senza alcun freno.
La Pre-Conclusione
In questo articolo abbiamo imparato che esiste uno stato mentale definito “Flow” che ci consente di bypassare le nostre resistenze psico-emotive, per svolgere attività che conosciamo bene in modo eccellente. Abbiamo capito quali sono le condizioni perché si possa verificare e abbiamo anche compreso cosa avviene nel nostro cervello quando entriamo nel Flusso.
Entrare nello stato di Flow il più spesso possibile è la chiave del successo di sportivi, manager, imprenditori, showman, scienziati, artisti ed ogni altra professione esistente sulla faccia della terra.
Affinché si possa entrare nel Flow agilmente e con frequenza è importante che nella tua vita siano presenti due elementi chiave: l’Amore per il tuo presente e una Visione positiva per il tuo futuro.
Niente filosofia, stiamo lontani dai “massimi sistemi”: scienza, metodo, esempi concreti ed applicabili.
Vai alla Parte II di questo post
Luca
Approfondimenti
- Ted Talk di Mihály Csíkszentmihályi (Puoi attivare i sottotitoli in italiano)
- Il libro “Flow: the Psicology of Optimal Experience” di Mihály Csíkszentmihályi
- Il libro “Intelligenza Emotiva“ di Daniel Goleman, capitolo 6.
Ciao Leandro ho un opinione che voglio condividere secondo te può essere che purtroppo siamo radicati nella gratificazione esterna? e quindi misuriamo noi stessi a risultati esterni? Mi spiego meglio se quando si lavora non fossimo focalizzati solo nel risultato entreremo più facilmente nello stato di Flow? Esempio io vendo crocchette a domicilio e ho notato che quando esempio mi concentro sul avere esempio 20 contatti lavoro serenamente se invece sono concentrato sulla vendita sono condizionato dal ottenerlo e il non ottenerlo e una considerazione
Guarda il grafico “Capacità Percepite / Livello di Difficoltà”.
Come ti senti quando sei concentrato sull’avere i contatti? probabilmente nel flusso.
E come invece ti senti quando sei concentrato sulla vendita? Magari nella vendita provi ansia (“da prestazione”) o timore (di non riuscire)?
Se così fosse, allora devi lavorare sulla tua “capacità percepita”, ovvero sulla tua sicurezza personale di saper vendere.
Magari può esserti utile questa guida: https://www.lucaleandro.com/credere-in-se-stessi-autostima/