Quando vincere non vuol dire battere l’altro
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In un mondo interconnesso, fatto di sistemi di persone, e non da uomini soli, il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa il meglio per sé e, contemporaneamente, per il gruppo, ovvero quando utilizza una logica win-win La vita non è una gara da vincere, ma un giardino in cui risplendere.
Nel bellissimo film “A beautiful Mind” di Ron Howard, Russel Crowe e Jennifer Connelly interpretano egregiamente il Prof. John Nash e sua moglie Alicia, in un coinvolgente intreccio di intuizioni geniali, desideri inconsci, malattia e amore.
“Tra i matematici più brillanti e originali del Novecento, Nash ha rivoluzionato l’economia con i suoi studi di matematica applicata alla teoria dei giochi, vincendo il Premio Nobel per l’economia nel 1994. È stato anche un geniale e raffinato matematico puro, con un’abilità fuori dal comune nell’affrontare i problemi da un’ottica nuova, trovando soluzioni eleganti a problemi complessi.” (Wikipedia docet)
Tra le scene indimenticabili vi è quella in cui Nash e i suoi colleghi di studio sono al bar. Come spesso accade nel “ruspante” mondo di noi maschietti, la chiacchierata prende una piega interessante solo quando entrano nel bar cinque ragazze carine, ed immediatamente dopo una bionda, più bella delle altre. I ragazzi valutano rapidamente come spartirsi le donne.
Uno afferma:
“Non ricordate Adam Smith, padre dell’economia moderna? Nella competizione, l’ambizione individuale serve al bene comune: ognuno per sé. E quelli che fanno fiasco finiscono con le sue amiche. Meglio una bionda oggi che una gallina domani!”
Subito interviene Nash:
“Se tutti ci proviamo con la bionda, ci blocchiamo a vicenda e alla fine nessuno se la prende. Allora ci proviamo con le sue amiche e tutte loro ci voltano le spalle perché a nessuno piace essere un ripiego. Ma se invece nessuno ci prova con la bionda, non ci ostacoliamo a vicenda e non offendiamo le altre ragazze. E’ l’unico modo per vincere!“
Ok, siamo seri: non è proprio immediato comportarsi così, vero? E’ molto più facile farsi prendere da ciò che affascina, piuttosto che individuare in modo freddo e razionale qual è il risultato che posso ottenere se agisco in un certo modo (vedi post su istinto e razionalità).
“Il miglior risultato si ottiene quando ogni componente del gruppo fa ciò che è meglio per sé e, contemporaneamente, per il gruppo”.
La ridico a parole mie: la probabilità di raggiungere un buon risultato aumenta se consideriamo anche il punto di vista e gli obiettivi dei nostri “rivali”, e se pianifichiamo una strategia che ottimizzi l’utilità per tutto il sistema nel suo complesso.
Il Giardino in cui tutti vincono
Ecco quindi il cambio di prospettiva: la verità è che non esistono “rivali” da combattere o situazioni da sfruttare, ma uomini e sistemi complessi con cui creare sinergie, il più possibile fruttuose per tutti.
Per me la vita non è una gara da vincere, ma un giardino in cui risplendere.
Il giardino è un microcosmo in equilibrio, in cui la vita di tutti dipende da un insieme di fattori in armonia tra loro. Sono necessari gli insetti, la luce, della terra e della pioggia. Alcuni abitati del giardino devono vivere al sole pieno, altri preferiscono la luce indiretta. Alcuni hanno bisogno di un tronco su cui arrampicarsi, altri di spazio libero per sviluppare le proprie radici.
Creature diverse hanno bisogni diversi. E quindi se aiuto gli altri a crescere e fiorire, questo non vuol dire che stanno diminuendo le risorse che servono a me. Anzi. Più probabilmente sto contribuendo ad accrescere la vitalità del giardino in cui sono e di cui, fiero, faccio parte anche io.
Il Tocco in più
Vendere non è sinonimo di imbonire a tutti i costi il cliente, ma piuttosto diventare suo consulente, autentico, sincero e utile. Acquistare non sarà più sinonimo di flagellare i fornitori per tenerli sotto scacco, bensì di creare con loro una collaborazione di aiuto e supporto reciproco, in cui se possibile nella vendita si integrano anche competenze, stimoli, punti di vista e spunti di riflessione. Idem con i nostri collaboratori, con gli amici, con la Natura. Persino con il proprio partner: non rassegniamoci a sopportarlo, proviamo piuttosto a capire i suoi bisogni profondi mettendo a tacere il nostro ego. Così facendo smetteremo di esigere e criticare e saremo invece un agente attivo del proprio e dell’altrui cambiamento.
Il mondo sta cambiando
La teoria della “Mano Invisibile” di Adam Smith, per noi profani anche detta “teoria dell’ognuno per se”, sta lentamente esaurendo la sua validità. Oggi tutti possiamo e vogliamo dare il nostro contributo di valore, creatività ed energia, e sempre meno sono le persone disposte a consumare il proprio tempo per avere in cambio solo il salario minimo per sopravvivere.
Come dicono Porter e Kramer con la loro teoria dello “Shared Value” : le imprese lungimiranti puntano ad aumentare la propria competitività incrementando la qualità della vita dei propri dipendenti e le condizioni economiche e sociali della comunità in cui operano.
Concludo
Non c’è più alternativa! Dobbiamo cambiare il nostro paradigma di pensiero: non devo vincere io, ma devo fare il possibile perché tutti vincano, me compreso. Siamo una comunità, dobbiamo riconoscerlo. Dall’inquinamento mondiale, al vicino che non paga il condominio, dal terrorismo internazionale al commesso svogliato: sono tutte espressioni del miope individualismo che rovina il nostro giardino.
Bisogna pensare win-win. DOBBIAMO pensare win-win.
Fidati, è bellissimo: scoprirai che hai molto da dare, e il bene che fai ti torna in serenità e realizzazione.
Pensa WIN-WIN!
Dimmi cosa ne pensi nei commenti sotto!
A presto
Luca
Approfondimenti:
– Pensa Vincere/Vincere, la regola n.4 de “Le 7 Regole per Avere Successo” di Steven Covey.
– La Mano Invisibile di Adam Smith
– Shared Value secondo Porter e Kramer
– “The Millionare Messenger” (“Ricco non per caso” in italiano) di Brendon Burchard
– Da un articolo dell’HBR: Se nella negoziazione tutti dominano non si arriva alla soluzione ottima
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