I principi fondamentali della “Purposeful Practice” per migliorarti continuamente
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Qualunque sia l’ambito in cui vuoi migliorare te stesso, hai bisogno di seguire dei principi che oggi la scienza riconosce come la base del miglioramento personale. In questo articolo vediamo come migliorarsi con la “Purposeful Practice”, la stessa logica utilizzata dai migliori sportivi, musicisti e professionisti del mondo.
Se vuoi ottenere qualcosa di più in un qualsiasi ambito della tua vita, hai bisogno di apprendere competenze nuove, o di applicare strategie nuove, o di modificare il tuo modo di agire e pensare.
Perché come recita il buon vecchio Einstein:
“È folle fare sempre la stessa cosa ed aspettarsi risultati diversi”
Ma come fai a migliorarti veramente? Come fai a rendere reale e duraturo il tuo cambiamento? E cosa ti garantisce che non stai sprecando tempo ed energie, e che il tuo sforzo per evolvere porterà a risultati reali e consistenti?
La scienza delle performance umane ha fatto passi da gigante in questo ambito, e oggi abbiamo strumenti specifici per rispondere a queste domande.
Partiamo dall’inizio.
Cosa vuol dire migliorarsi
Migliorarsi vuol dire aggiungere o modificare nella propria vita specifici tasselli che, singolarmente o nel complesso, modificano i tuoi risultati, rendendoli più vicini a quelli che desideri.
Se il desiderio è dimagrire 5 kili, i tasselli sono: il movimento, il cambio di alimentazione, la conoscenza del tuo metabolismo, e così via.
Per fare questo hai bisogno di nuove conoscenze, nuove abitudini, azione e il coraggio di abbandonare la tua attuale Zona di Comfort.
Ecco perché in questo blog di crescita personale trovi specifiche pagine e numerosi articoli sulla Motivazione, sulle buone Abitudini, e sull’importanza di abbandonare le tue scuse e la brutta abitudine di procrastinare.
Oggi voglio racchiudere tutto questo in una serie di principi fondamentali che la scienza ha riconosciuto essere alla base del miglioramento personale. Ecco come migliorarsi secondo la Purposeful Practice.
Come migliorarsi: la “Purposeful Practice”
Anders Ericsson è un professore di psicologia alla Florida State University. È uno dei massimi esperti mondiali nella psicologia legata alle performance, ed è un illustre studioso di tutte le tattiche e le strategie che consentono agli umani di superare i propri limiti, per dare risultati eccellenti.
In decenni di esperienza, Ericsson ha studiato musicisti, sportivi, campioni di scacchi e massimi esperti in ogni settore, per arrivare a comprendere quali sono gli elementi fondamentali del loro modo di pensare, del loro training.
Da questi studi è emersa quella che Ericsson definisce “Purposeful Practice” (in italiano viene tradotta come “Pratica Intenzionale”), ovvero un insieme di principi che determinano la qualità dell’addestramento che segui.
Vediamo insieme questi principi.
Per migliorarsi non basta la ripetizione
In qualunque ambito tu voglia fare un passo avanti, non è la ripetizione di ciò che già sai fare che ti permette di evolvere. Se vuoi imparare meglio uno strumento, ad esempio, non ti basterà ripetere all’infinito i brani che già conosci. Se vuoi diventare un professore migliore, un medico migliore, un consulente migliore, una mamma migliore, non evolverai ripetendo all’infinito gli stessi comportamenti o mantenendo le stesse abitudini o gli stessi modi di fare.
Per migliorarti devi sfidare il tuo livello attuale di capacità, con competenze, capacità, abitudini, logiche nuove.
“Di solito la soluzione non è “provarci più forte”, ma provarci diversamente” (A.Ericsson)
Cerca approcci nuovi, studia come agiscono i migliori, prendi ispirazione da settori affini o anche completamente diversi. Perché l’evoluzione proviene dal cambiamento, e il cambiamento dalla novità.
Per migliorarsi bisogna uscire dalla propria zona di comfort
Quando uno scultore vuole estrarre dalla pietra un’opera d’arte, deve scolpire la pietra, modellarla, plasmarla, lavorarla.
Indipendentemente dall’ambito in cui operi, nel processo per migliorare tu sei lo scultore ma anche la pietra.
Modellare te stesso, quindi, vuol dire scolpire la tua essenza, tra tensioni che emergono e forme che cambiano.
Vuol dire cambiarsi, con tutto il dolore che questo comporta.
Il nostro cervello è predisposto per la omeostasi, e non per il cambiamento. Cambiare non è piacevole. Nessun allenamento sportivo, musicale, professionale, umano è piacevole.
Per migliorare hai bisogno di abbandonare la tua zona di comfort. Quella delle routine che già conosci bene, quella del “risparmio energetico”, quella che prevede tutto ciò che già ti risulta facile.
Affacciati a realtà nuove, e fai lo sforzo di vivere quella instabilità, quella paurosa incertezza che ti permetterà di trovare soluzioni diverse, inaspettate, che nel tempo determinano il tuo avanzamento.
Solo uscendo dalla tua zona di comfort potrai davvero migliorarti.
Migliorarsi grazie ad obiettivi precisi
Se tiri con l’arco, ma ad occhi chiusi, potrai scagliare la tua freccia lontano, ed anche forte, ma non centrerai mai il tuo bersaglio.
Il tuo obiettivo deve essere chiaro e misurabile: “imparare a suonare questo brano dall’inizio alla fine, alla giusta velocità, senza errori, per tre volte di fila”.
Una volta definito il tuo obiettivo, dividilo in piccoli step successivi, resta focalizzato, senza lasciarti distrarre da pensieri, situazioni, persone o giudizi di altri.
La chiave del miglioramento è nella Rappresentazione Mentale
Se ti parlo di un animale basso, che cammina sulle quattro zampe, con il pelo, le orecchie alte, la lingua spesso fuori dalla bocca e la coda che scodinzola, la tua rappresentazione mentale potrebbe essere un po’ vagamente quella di un cane.
Ma se invece ti dico che parlo di un cane, nella tua mente passa ogni dubbio, e appare subito un’immagine molto più chiara di ciò di cui sto parlando.
Anzi: “cane” può sembrarti un’immagine fin troppo generica. Mi chiederai razza, dimensione, colore e lunghezza del pelo, e numerosi altri dettagli che definiscono meglio l’immagine.
Ora. Se conosci un cane puoi dedicarti a capirne i dettagli. Ma se non lo conosci, i dettagli sono superflui, o possono persino confonderti.
Cosa c’entra questo con la tua crescita personale?
Quanto più precisa e dettagliata è la rappresentazione mentale di ciò che vuoi realizzare, tanto più rapidi e rilevanti saranno i tuoi miglioramenti.
È scientificamente provato che anni di pratica e abitudine cambiano i tuoi circuiti neuronali, per produrre rappresentazioni mentali sempre più precise di ciò che vuoi ottenere.
L’esperienza genera rappresentazioni mentali, le rappresentazioni determinano le tue prestazioni.
Se vuoi diventare davvero esperto in un settore, quindi, hai bisogno di passare ore ed ore a studiare, a provare, ad approfondire. Questo ti aiuterà a creare rappresentazioni mentali sempre più precise e dettagliate di ciò che desideri realizzare.
Il tocco in più
In questo articolo abbiamo ripercorso i quattro fondamenti della Purposeful Practice per migliorarsi continuamente, in qualsiasi ambito tu desideri:
- Provare diversamente, invece che provarci “più forte”
- Uscire dalla tua zona di comfort
- Avere obiettivi chiari e misurabili, monitorando il tuo avanzamento tramite i feedback
- Lavorare sulle Rappresentazioni Mentali, per renderle sempre più precise e dettagliate.
Ma esiste un passaggio ancora successivo che si può fare nella strada verso il miglioramento: è quella che Ericsson definisce la Deliberate Practice. La Deliberate Practice è la Purposeful Practice giudata da un esperto esterno, che ti accompagna nel tuo percorso di miglioramento.
Questo cambia radicalmente le cose: un Maestro (o “Coach”, come va di moda dire oggi) sa aiutarti a definire dove andare e come arrivarci. Conosce le tattiche per cambiare le tue rappresentazioni mentali, step dopo step, per indirizzare la tua crescita.
Sa riconoscere quali sono le tue carenze ed i tuoi punti di forza, e grazie a questi sa indirizzarti.
Sa dove farti trovare le competenze che ti servono per fare il passo successivo, e sa quindi velocizzare il tuo processo di evoluzione.
Per concludere: esci dalla tua zona di comfort, prova soluzioni differenti, abbi obiettivi chiari e lavora sulle tue rappresentazioni mentali. Ma soprattutto, cerca un buon maestro, che tiene alla tua evoluzione, e non lasciartelo scappare!
Luca
Approfondimenti
Leggi il libro “Peak” di Anders Ericsson cui si ispira questo articolo. Se lo desideri lo trovi nella versione italiana sotto il titolo “Numero uno si diventa“
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