Perché dovresti temere la comodità e come evitare il suo richiamo magnetico
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Vivere nella comodità ha i suoi pregi, ma rischi di peggiorare la rappresentazione mentale che hai di te, di perdere motivazione e di peggiorare i tuoi risultati. Ecco quali sono i tre errori chiave che commetti se cedi sempre la comodità, e come rimediare.
“Ah, ma come è comodo questo divano…
Anzi, fammi stendere anche i piedi… ah, ci voleva proprio…
Dai, vediamo cosa c’è in TV… quelli che urlano per la politica no… quelli che urlano sull’isola no… quelli rinchiusi in casa, quelli che vendono le macchine, quelli che divorziano, quelli che cucinano, la partita di tennis…cià, vediamo il gran premio, chissà che farà la Ferrari…”
La TV e i social network sono ormai supermercati di emozioni: puoi scegliere tra adrenalina, amore, eccitamento, contestazione, rabbia, incertezza, provocazione, … ed è tutto gratis! L’importante è che rimani passivo, così possono essere loro a decidere per te!
Perché ci piaci così: passivo!
Ci piace che guardi Maria de Filippi, mica che tu sia cuore a cuore con il tuo partner a pensare insieme il vostro futuro. Ci piace che esulti per una palla messa in rete, non per aver studiato ed imparato una nuova tecnica per migliorare te stesso e il mondo circostante. Ci piace che la tua attenzione sia sul talento degli altri, invece che sul costruirti il tuo di talento!
In fondo, dov’è il problema? Non è mica vietato starsene tranquilli, nella propria zona di comfort, ad evitare quel senso di scomodità dato dalla novità, dal confronto, dall’incertezza. E risparmi anche energie, perché non devi pensare…pensa la TV o l’argoritmo di Facebook al posto tuo! Che bellezza…
Salvo poi ritrovarti poco volenteroso, sempre meno energico, più incerto davanti alle novità, o addirittura incapace di capire qual è la tua strada. O peggio, assuefatto ad una mentalità della scarsità, che ti porta a non sognare neanche più. Perché tanto la vita è routine, è sopravvivenza, e tutto sommato per te, in questo mondo, non c’è poi tutto questo granché ad aspettarti.
Quando arrivi a questo punto è perché hai fatto tre errori.
Vediamoli insieme
Errore #1: l’allenamento alla comodità
La vita moderna ti propina comodità in tutte le salse: dai messaggi vocali invece della carta e penna alle ricerche su Google ai piatti pronti al supermercato. Tutto è ergonomico, tutto è più semplice, e tutto è immediato ed a portata di click.
Certo viviamo meglio, più a lungo, e con più opportunità di qualche decennio fa.
Ma c’è un risvolto negativo da considerare: vivendo così perdiamo determinazione, ci disabituiamo a sforzarci, a resistere, a superare il peso fisico ed emotivo della scomodità. In una parola: perdiamo resilienza.
E dato che qualunque evoluzione umana comporta uno sforzo e passa per l’incertezza, se non sei allenato alla resilienza finisci per mollare anzitempo, per non puntare in alto, o per raggiungere obiettivi che non rendono merito alle tue potenzialità.
Se ti abbandoni alla comodità, infatti, l’allenamento che segui non è quello di credere nelle tue capacità e nella tua iniziativa, bensì quello di subire passivamente gli stimoli esterni. Questo ti indurrà in uno stato di minore proattività, e i tuoi risultati nel tempo, peggioreranno. Come conseguenza, quindi, un passetto alla volta finirai per credere meno in te stesso e nelle tue vere potenzialità.
Allenandoti al comfort, la rappresentazione mentale che avrai di te sarà sempre meno quella di una persona che supera ostacoli, che trova soluzioni, che si arrangia, impara e raggiunge obiettivi.
Abbi cura delle tue abitudini, sii proattivo, e mantieni mente e corpo in allenamento. Assicurati che la rappresentazione mentale che hai di te non sia degradata rispetto a 1, 5 e 10 anni fa. Compi ogni giorno un’azione specifica di scomodità, che richiami in te il bisogno di superare l’omeostasi, di tenerti attivo e reattivo a tutto ciò che avviene.
Errore #2: vivere in una vasca piccola
Da ex amante di acquari e pesci tropicali, è spesso arrivata al mio orecchio la diceria che “i pesci crescono secondo le dimensioni del proprio acquario”. Ovvero: lo stesso pesce messo in un acquario grande cresce più rispetto ad una vita passata in un acquario piccolo. Non ho conosco studi scientifici sull’argomento, e alcuni esperti del settore insistono che sia una bufala.
Ma una cosa è certa: più è ampia la “vasca” in cui vivi, più è ricca di stimoli, di abitudini rinforzanti, di persone e competenze eccellenti, migliori saranno i risultati che otterrai nella vita.
Del resto non è uguale studiare ad Harvard rispetto alla prima università online che ti capita a tiro.
Cerca vasche grandi, stimolanti, che siano fonte di motivazione.
Ricorda: se punti al 10, probabilmente arriverai al 9. Ma se punti al 1000, il 9 lo superi sicuramente.
Il richiamo della comodità spesso nasconde una demotivazione di fondo. Spesso quando ti lasci ammaliare dal richiamo del divano è perché provi una insoddisfazione latente, che ti porta ad evitare il confronto con te stesso, da cui probabilmente usciresti perdente. Analizza la tua motivazione, cerca di capire cosa ti spegne, e quindi perché ti concedi alla passività che nulla ha da aggiungere alla tua vita.
Assicurati di vivere in un contesto stimolante, che ti spinge a migliorarti, che ti allena a ricercare sempre il meglio di te. Studia, leggi, condividi, sii presente in ciò che fai, con la mente attiva e il cuore sempre aperto.
Errore #3: scambiare il comfort per riposo
Esiste una differenza sostanziale tra adagiarsi nel comfort mentale e riposare.
Il riposo ristora le tue energie. Il comfort mentale, invece, esclude solo l’impegno, lasciando attivo il consumo passivo di risorse emotive e celebrali.
Non è vero che guardare un film rilassa. Non è vero che scrollare Facebook rilassa. Queste, come molte altre attività passive, semplicemente ti distaccano dalla pressione dell’impegno e della volontà. Non devi impegnarti per compierle. Ma le tue emozioni vengono stimolare di continuo, e quindi con esse anche tutto il tuo stato fisiologico. Vieni sballottato da un’emozione all’altra, da una paura ad una curiosità ad una rabbia, tra una scarica di noradrenalina che attiva l’attenzione e una botta di dopamina che attiva la ricompensa. Questo processo per la tua mente è molto molto oneroso. È stancante!
Riposare la mente vuol dire spegnere i pensieri e trovare il silenzio. Puoi farlo anche in poco tempo, chiudendo gli occhi e tirando 10 respiri calmi e profondi.
Ristorare il corpo vuol dire dargli un tempo affinché si ripristino una serie di stress tramite l’infiammazione ed altri processi biologici. Lo ottieni dormendo, o anche solo muovendoti piano, tenendo il battito cardiaco basso e stando al calduccio.
Tutto il resto non è riposo, ma passività.
Se pensi che il comfort mentale sia riposante, ti sbagli. Il comfort è la mancanza di pensiero e di impegno, il riposo è il recupero di uno stato psico-fisico ottimale. Riposati, ma evita il comfort!
Il tocco in più
L’essere umano è grandioso e stupido allo stesso tempo. Davanti ad una tentazione forte, cede facilmente. Ma al contempo è capace di auto analizzarsi, e trovare soluzioni semplici ma efficaci per ingannare se stesso al fine di non cedere nuovamente la volta successiva.
A questo scopo, se vuoi imparare a resistere alle comodità, hai due possibilità:
- Fai come Pollicino
Sul divano, al posto del telecomando, lascia un libro. La prossima volta che ti ci siederai, troverai il libro, e magari deciderai di acculturarti invece che regredire.
Metti le scarpe da ginnastica vicino alla porta di casa, o la tuta da sport in un luogo ben visibile, così che ti ricordino che devi fare la tua passeggiata o la tua corsetta serale.
E così via: come Pollicino, lascia in giro le tue briciole, affiché ti ricordino il sentiero verso la libertà dal comfort e dalla passività. - Usa la tecnica dei 30 secondi
Se hai una distrazione o una tentazione a portata di mano sarà più facile cedere. Fai in modo che la tua tentazione sia almeno a 30 secondi di distanza da te: lascia il cellulare dall’altro lato della casa, nascondi il telecomando della TV in un cassetto remoto, e così via con ogni strumento di passività. Avrai una motivazione in più per non cadere in tentazione, e dedicarti invece ad attività più costruttive.
Ma raccontami un po’: quali sono le comodità che più ti tentano? Hai soluzioni per evitarli? Scrivi nei commenti sotto.
A presto
Luca
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