Sviluppare una resilienza straordinaria con la tecnica della zanzara
tempo lettura 10 min.
In questo articolo scopriamo cos’è la resilienza, perché è utile per la tua vita e come puoi imparare a svilupparla con una tecnica infallibile.
Alzi la mano chi ha provato almeno una volta la profonda ed inebriante soddisfazione di far fuori con le proprie mani quella pestifera zanzara che, spregiudicata e senza compassione alcuna, molestava il meritato riposo.
Contro le zanzare ogni tanto vinci tu. Ma devi purtroppo ammettere che molto più spesso vincono loro.
Non si spaventa se la allontani. Non ti molla neanche se le dai la caccia. Non ti lascia in pace neppure se rischia di finire spiaccicata sul muro.
La zanzara ha una caratteristica peculiare: non molla mai! O ottiene ciò che vuole, o muore. Nel mezzo non c’è l’alternativa.
La zanzara è uno degli insetti più resilienti del mondo animale, e da lei possiamo imparare una lezione importantissima.
Vediamo insieme cos’è la resilienza, perché essere resiliente è fondamentale per la tua vita e come diventare resiliente, proprio come una zanzara.
Oh, senza farti schiacciare però! 🙂
Cos’è la Resilienza
Il termine resilienza deriva dalla metallurgia, e nella sua definizione originale indica la capacità tipica di un materiale di resistere agli urti dinamici senza rompersi.
Il concetto di resilienza si è poi diffuso in psicologia come capacità di una persona di superare in maniera positiva gli eventi traumatici della vita. In sostanza, davanti ad un trauma o un evento particolarmente infelice, l’individuo riesce a non mettere in discussione la propria identità o le proprie qualità.
Ma su questo blog non rompiamo metalli né risolviamo traumi o patologie. Qui ci occupiamo di crescita personale, che vuol dire migliorare se stessi, per aumentare il benessere quotidiano e la realizzazione personale.
Quindi per noi:
La resilienza è la capacità di un individuo di andare avanti, senza arrendersi, nonostante le difficoltà che gli si presentano. È la capacità di far durare la motivazione nonostante gli ostacoli, gli imprevisti, e tutti i possibili freni che la vita mette sul tuo cammino.
Gli esperti la definiscono una “caratteristica cognitiva”, in quanto il livello di resilienza di una persona deriva dal suo modo di elaborare la realtà. Più gli input esterni influenzano la tua motivazione, meno sei resiliente.
Ecco perché spesso si collega il concetto di resilienza a quello di automotivazione, o motivazione intrinseca.
Non è invece da confondere con la forza di volontà, né con la sicurezza personale o la determinazione.
Ma andiamo per gradi.
Premessa biologico-evolutiva
L’essere umano è biologicamente fatto per resistere.
Anzi: l’Homo Sapiens è l’animale di terra più resistente al mondo, il più bravo a resistere fisicamente e psicologicamente agli stress di lungo periodo.
Con un articolo pubblicato nel 2004 sulla prestigiosa rivista Nature, gli studiosi Bramble e Lieberman hanno dimostrato come l’Homo Sapiens abbia avuto rilevanti adattamenti fisici e biomeccanici finalizzati alla resistenza fisica. In particolare hanno individuato ben 26 marker morfologici che dimostrano la specializzazione dell’Homo Sapiens nella corsa di resistenza. Tra questi figurano i glutei sviluppati, i legamenti della nuca che stabilizzano il cranio e il tendine d’Achille che consente il movimento del piede durante la corsa, fino alla sudorazione, funzione termoregolatrice unica nel mondo animale.
Questo consente all’essere umano di vincere le proprie prede non per velocità, né per astuzia, ma per resistenza (teoria del “Persistence Hunting”).
Ora, la domanda sorge spontanea: se il nostro corpo è fatto per la resistenza fisica, può mai essere che la nostra mente, al contrario, molli al primo ostacolo!?
Dubito. Anzi, è evidente che non sia così.
Un chiaro esempio sono le incredibili imprese che maratoneti e atleti di sport di resistenza possono raggiungere: esistono gare come il Tor de Geants (“Tour dei Giganti”) che prevedono oltre 300Km di corsa su strade di montagna sulle nostre Alpi, da compiersi in interi giorni di corsa senza sosta. Così come gare di bicicletta lunghe 3500km, con 63.000m di dislivello, come l’Inca Divide, di recente vinta da un ragazzo briazolo.
Morale: con il giusto allenamento puoi risvegliare le tue facoltà primordiali di resistere al dolore, all’incertezza, alla voglia di mollare, sia fisicamente che emotivamente.
Quindi se non hai resilienza il problema non è la mancanza di una capacità, bensì la mancanza di un allenamento alla resistenza.
Come la vita può cambiare la tua resilienza
Oggi non cacciamo, non siamo nudi, persino ci disturba sudare.
Abbiamo inventato il divano, la spesa consegnata a casa, e gli aspirapolvere automatici.
Lavoriamo seduti, comunichiamo premendo tasti, e ogni stress, anche solo emotivo, può diventare una vera rottura di scatole, se non persino un dramma.
Come specie umana in quanto a resistenza fisica ed emotiva stiamo degenerando alla velocità della luce.
Più cerchi il comfort e la sicurezza, meno sarai in grado, nel tempo, di resistere e reagire alle situazioni che richiedono il tuo impegno e la tua resilienza. In sostanza, è un vero e proprio allenamento.
“Non è perché le cose sono difficili che non osiamo farle: è perché non osiamo farle che diventano difficili”
(Seneca)
Come la resilienza ti cambia la vita
Facile, è come nell’esempio della zanzara: se sviluppi resilienza, quando ti metti in testa un obiettivo, impari a non mollare finché non lo raggiungi.
Ma attenzione: l’idea non è sbattere la testa finché non si verifica ciò che desideri.
Piuttosto essere resilienti vuol dire:
- Mettere in gioco tutte le tue capacità creative per trovare soluzioni diverse,
- Utilizzare tutte le tue capacità emotive per superare i tentativi andati male, e ripartire con nuove opportunità.
È resiliente chi è instancabilmente determinato sull’obiettivo ma flessibile sul percorso per raggiungerlo.
La formula della resilienza
Capito cos’è la resilienza, come si interseca con la nostra vita quotidiana, e fatta la dovuta premessa evolutiva, ti verrà facile comprendere la “formula della resilienza”.
È un modello che riprendo dall’appassionante libro “Perseverare è Umano” di Pietro Trabucchi, che ti consiglio vivamente e da cui ho tratto diversi spunti per questo articolo.
Resilienza Ovvero: Ampiezza e durata della Motivazione
=
Percezione di Autoefficacia X Capacità Volizionali [1]
La Percezione di Autoefficacia è la convinzione di poter riuscire bene in uno specifico ambito della propria vita o in una specifica attività.
Puoi anche avere bassa Autostima (percezione generale di te, del tuo valore e delle tue qualità in quanto persona), ma una alta percezione di essere efficace in un ambito specifico, come ad esempio nello studio o in cucina.
Come la convinzione di autoefficacia impatta sulla resilienza?
Semplice: maggiore è la tua profonda convinzione di poter riuscire, meno i tuoi blocchi interni (autosabotaggio) e i blocchi esterni (persone, eventi, barriere di vario genere) potranno ostacolare la tua capacità creativa, quella che ti permette di trovare soluzioni, alternative, possibilità. Quindi la tua capacità di superare gli ostacoli, qualunque essi siano.
Per Capacità Volizionali, invece, intendiamo la forza di volontà, la capacità di “tenere duro”.
Molto semplicemente: la realizzazione di un qualsiasi obiettivo passa per delle delusioni, delle speranze disattese, della fatica fisica ed emotiva. La capacità di tener duro dona alla tua resilienza quella componente di resistenza necessaria per avere il coraggio di rimettersi in gioco, la forza di non cedere alla tentazione di mollare.
Per darti un piccolo aiuto quando stai per mollare, ho raccolto per te 10 frasi celebri sulla resilienza che ti daranno nuova carica e resistenza.
Come aumentare la resilienza: la tecnica della Zanzara
La zanzara, nella sua lotta per alimentarsi, non si pone dubbi sulla propria autoefficacia (anche perché non è dotata di corteccia prefrontale, sede della razionalità), e non ha alternative a mettere tutta se stessa nell’obiettivo, dato che l’alternativa è morire di fame.
In due parole: non vede altro che il suo obiettivo.
Cosa puoi imparare dalle zanzare:
- Non farti troppe seghe mentali
Ciò che pensi non è la realtà, ma solo una sua interpretazione.
Spesso la nostra mente produce preoccupazioni, fantasie, dolori, giudizi che nulla hanno a che fare con gli eventi reali. Quindi che tu creda o meno di saper fare qualcosa, datti sempre una chance credendoci fino in fondo, perché come abbiamo visto nell’articolo sul Talento, “non sono le tue caratteristiche a definirti, ma le tue abitudini e l’ambiente in cui vivi”.
Se ti serve, una buona tecnica per superare le resistenze dei tuoi pensieri è quella di spostare l’attenzione su altro. Ad esempio, invece di pensare alle tue incapacità, concentrati su cosa ti serve per risolvere il tal problema, sulle soluzioni che hai a disposizione, e così via.
- Evita il comfort
La zanzara non ha l’idea di potersi riposare. Né si ferma al primo tentativo: va avanti fino alla morte, sia essa per sfinimento o per spiaccicamento :).
Se ti alleni al comfort, al relax, al non entrare in campo quando si tratta di giocare, la tua forza di volontà andrà a farsi benedire.
Un passettino al giorno, poco alla volta, fai lo sforzo di importi un po’ di autodisciplina indirizzata verso la realizzazione dei tuoi sogni. Senza strafare: l’obiettivo è resistere nella lunga distanza, non nello sprint.
Allenati nell’importi disciplina, un pochino al giorno, e vedrai che pian piano la tua forza di volontà diventerà sempre maggiore.
Il tocco in più
Troppo spesso abbiamo il desiderio di sfuggire al disagio, alla fatica, agli stati d’animo negativi. Cerchiamo “soluzioni magiche” che ci portino fuori da ciò che ci fa soffrire.
Ma le emozioni negative hanno un valore fondamentale nella nostra vita, inclusa la fatica e la sofferenza.
Non sfuggire a ciò che ti produce disagio. Vedi invece questa emozione come parte integrante del processo di evoluzione che stai compiendo, e che un passo alla volta ti porterà al risultato sperato.
Spero che questo articolo ti sia stato utile per comprendere l’importanza della resilienza nella tua vita, e per capire come migliorarti in questo aspetto.
Se lo desideri, lascia la tua opinione e la tua esperienza nei commenti sotto, e condividi questo articolo con le persone cui pensi possa essere utile.
A presto
Luca
Approfondimenti
- Leggi il libro “Perseverare è Umano” di Pietro Trabucchi
[1] La formula originale riporta un “+”, ma da ingegnere puntiglioso quale sono, preferisco esprimerla con un “x” in quanto la mancanza di un fattore non compensa l’altro. Se hai poca volontà, non ti basta il senso di autoefficacia per rendere positiva l’equazione. E viceversa.
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