Cosa avviene quando siamo sull’orlo della crisi di nervi e come correre ai ripari.
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Il nostro inconscio associa emozioni ben precise ad ogni evento, situazione o input esterno. Quando queste emozioni sono negative e l’evento si ripete con frequenza rischiamo di soffrirne fino anche a non poterne più. Cambiare l’associazione tra evento ed emozione è possibile, con un cambio di prospettiva.
Nota: in questo articolo non mi riferisco a patologie psichiatriche quali nevrastenia, neuroastenia o simili. Queste richiedono l’intervento di un medico specializzato. Per “esaurimento nervoso” intendo più genericamente uno stato mentale di stanchezza dovuto a stress, pensieri ed emozioni limitanti.
Non c’è niente da fare, per me è un incubo. Non so voi, ma io ormai vedo più Peppa che mia moglie!
Come milioni di poveri genitori, inermi davanti alla gentile prepotenza con cui si insinua nelle dinamiche familiari, l’ho dovuta adottare anche io.
Mangiamo con Peppa, giochiamo con Peppa, ci addormentiamo con Peppa. Io ormai servo solo a premere play, dopo di che sono insignificante, inutile, trasparente.
Da qualche settimana il bacino della buona notte non si dà più a mamma e papà, si dà a Peppa!
E sai l’ultima? Da 10 giorni Youtube mi riconosce quello di Peppa come il mio canale preferito!! Oltre al danno la beffa!
“No beh, adesso è troppo! Ora non ce la faccio PIU’! Basta, basta, basta! Rivoglio mia figlia, rivoglio mia moglie e la nostra vita! ADESSO BAAAS-TAA!”
L’evento inaspettato
L’altra sera tra i tanti episodi che mia figlia guardava sull’Ipad se n’è aperto uno in spagnolo. In spagnolo…”Però! Mica male Peppa in spagnolo!”… Illuminazione! “Peppa Pig in spagnolo!”
Ho imparato lo spagnolo per lavoro, usando il traduttore di Google ed i feedback di chi mi rideva in faccia quando sbagliavo. Ormai mi faccio capire, ma conosco poco la grammatica e mi mancano il gergo comune ed i modi di dire.
Ebbene, da quella sera io e mia figlia, come due innamorati al cinema, ogni sera guardiamo insieme Peppa Pig in spagnolo. È bellissimo. È diventato il nostro momento. Sfidante ma non troppo per il papà, divertente per la figlia.
Ma soprattutto è un modo originale per trasformare un incubo in risorsa, evitando tutto il carico di negatività che Peppa portava con sé nonché i primi sintomi da esaurimento nervoso. E indovina un po’? Anche mia figlia è contenta di avere al suo fianco il papà!
Cosa mi è successo
Il nostro cervello, in maniera inconscia, associa specifiche emozioni ad ogni evento, situazione o input esterno. Ti faccio un esempio: se dico la parola “Lavoro” che emozioni ti vengono in mente? Magari potresti rispondere “fatica”, “peso”, “dovere”, “stress”. Oppure “umiliazione”, “insicurezza” o, al contrario, “successo”, “denaro”, “soddisfazione” se non addirittura “divertimento”. Tutto dipende da quale emozione hai associato a quella specifica azione, evento, situazione.
Mia figlia ha associato a Peppa Pig la possibilità di scoprire cose nuove, imparare e vivere situazioni divertenti insieme alla piccola amichetta animata. Inutile dirti come salti di gioia ogni volta che inizia un nuovo episodio.
Io, invece, ho associato a questo personaggio la frustrazione di avere un intruso nelle dinamiche familiari, e di non poter godere delle attenzioni di mia figlia dopo una giornata di lavoro.
Cosa mi è successo? Che ad un certo punto un evento specifico ha spezzato in me l’associazione negativa “Peppa = distanza da mia figlia”, e ne ha creata una nuova, positiva: “Peppa=imparare una lingua e stare con la bimba”.
Nota bene: le neuroscienze ci insegnano che si tratta di vere e proprie sinapsi tra neuroni! Si sono sciolte le vecchie sinapsi e se ne sono create di nuove secondo la nuova associazione oggetto-emozione. Non mi dilungo qui sull’aspetto fisico-chimico, ma magari lo vedremo in un post specifico.
Il tocco in più
“Ma allora se è vero che posso cambiare le emozioni associate ad un evento/situazione/persona/azione, magari posso prendere qualcosa che davvero non sopporto e associargli in modo consapevole una prospettiva/una utilità/un valore differente? Ad esempio: se la pioggia e le nuvole grigie di questa mattina mi abbassano l’umore, potrei visualizzare le gocce che, cadendo, ripuliscono l’aria che respiro ed essere grato alla Natura perché proprio quella pioggia dà nutrimento alle piante che fioriranno di qui a qualche settimana? Oppure il capo/il collega/l’amico/la situazione che proprio non sopporto possono ad un tratto rivelarsi l’opportunità che ho di capire quali corde fanno scattare le mie reazioni negative e perché? E quindi acquisire consapevolezza e dominio di me?”
Esatto! Hai capito bene! 😉
Concludo
Non tutti i mali vengono per nuocere.
Se ritieni di avere blocchi o resistenze emotive, prova a leggere gli articoli che ho scritto sulla gestione delle emozioni, o se ti serve, prova a contattare un professionista che ti aiuti.
Sicuramente la vita è piena anche avversità molto più piccole, che tendiamo a “sopportare”. I piccoli fastidi quotidiani a volte si superano con un po’ di creatività, un po’ di coraggio e di voglia di cambiare punto di vista, mettendosi in gioco. Uscire dai propri paradigmi e riscoprirne di nuovi è possibile. È utile. È liberante. Basta volerlo. Basta decidere che la priorità è trovare la soluzione, invece di sopportare.
Come sempre le tue impressioni costruttive sono utili! Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti sotto!
A presto
Luca
Approfondimenti
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