I 4 metodi per influenzare gli eventi e come stimolare l’intraprendenza
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C’è una storiella simpatica che mi ha molto fatto riflettere sulla mia intraprendenza, la mia ambizione, e sul rapporto che questa ha con la fede, la speranza e i desideri. Per ottenere il massimo effetto sarebbe da raccontare in dialetto barese, ma per dovere di cortesia ti esonero da codesto imbarazzo e la traduco io per te. Recita così:
“Un giorno Pierino si trovava in barca a pescare. Di colpo il mare si agitò, fino a rovesciare al barca e lasciare Pierino in balia delle onde. Pierino era un uomo di grande fede, ed era sicuro che il buon Dio lo avrebbe salvato. Per questo iniziò immediatamente a pregare. Pierino pregava e pregava, invocando fiducioso l’intervento celeste.
Ad un tratto passò di là un gommone. “Pierino vieni, sali sul gommone!”. Pierino ci pensò un attimo. Ma poi rispose: “No! Io ho fede, sarà il Signore a salvarmi!”. E il gommone andò via. Poco dopo una barca: “Pierino Sali, scappiamo!”. “No – rispose lui – il Signore mi ascolterà e mi salverà!”. Anche la barca andò via. Dopo poco una terza imbarcazione “Pierino vieni ti salvo io!”. “No! Dev’essere fatta la volontà del Signore!”. Dopo pochi minuti Pierino fu inghiottito dal mare e passò a miglior vita.
Arrivato in paradiso, Pierino era arrabbiato e deluso: aveva confidato nel Signore, ma Lui non l’aveva ascoltato. Allora rivolgendosi a Dio, disse: “Signore, io ti ho sempre servito, sono sempre stato fedele, ti ho invocato nel momento del bisogno, ma tu non mi hai aiutato!”. E il Signore, altrettanto stizzito, rispose: “Pierino! Non una, TRE barche ti ho mandato!”
Influenzare il contesto
Quando ti trovi in mezzo al mare e stai per affogare, l’unica cosa che desideri è salvare la tua vita. Puoi pregare, puoi sperare, puoi nuotare, puoi chiedere aiuto. Quale che sia la tua strategia, stai cercando di modificare gli eventi, per salvarti la vita.
Ok, questo è un caso estremo. Ma anche nella vita di ogni giorno non facciamo altro che influenzare il mondo circostante per renderlo più simile al nostro “mondo ideale”. Ci accade quando costruiamo una casa, quando educhiamo un figlio, quando esprimiamo la nostra idea in una conversazione, quando aiutiamo gli altri a cambiare o persino quando richiediamo aiuto, che vuol dire far cambiare le priorità dell’altra persona affinché veda le nostre come più importanti. In ogni momento della nostra giornata, in piccolo o in grande, cerchiamo di influenzare, contagiare, persuadere o persino dominare il contesto, per renderlo migliore ai nostri occhi.
Questo di per sé non è malvagio. Anzi. È la libertà che ci è stata donata sin dalla nascita, è ciò che ci ha fatto evolvere come umanità, che ci ha permesso di confrontarci ed arrivare ad un livello di benessere che nel mondo animale non ha eguali. Semmai è l’utilizzo anti-sociale o anti-ecologico di questo principio a portare danni, ai singoli, alla collettività, alla natura che ci circonda.
Ma come solitamente cerchiamo di cambiare il contesto? Quali sono le leve che utilizziamo e quali sono più efficaci?
Le 4 leve del cambiamento
Davanti ad un evento che vorremmo modificare tendiamo ad agire in quatto modi:
- Sperare: vuol dire attendere fiduciosamente il verificarsi di qualcosa. Non hai elementi che ti confermino che possa avvenire, ma lo speri vivamente. Ad esempio speri di vincere la lotteria, speri che la tua squadra vinca, e così via. “La speranza è l’ultima a morire” si dice. Esatto. È così. Perché anche quando non puoi fare nulla tu direttamente perché qualcosa avvenga, puoi sempre sperare che la buona sorte pensi a te.
La speranza fa bene al cuore, perché mantiene viva quella sana tensione che dà senso al nostro esistere, anche quando non abbiamo più leve da giocarci.
Quando il mondo dice, “Rinuncia”, la speranza sussurra, “Prova ancora una volta.” (Anonimo)
- Avere Fiducia (o Fede, se preferisci): vuol dire attendere fiduciosamente il verificarsi di qualcosa che ti è stato promesso. L’elemento chiave, in questo caso, è il credito che dai a chi ti ha fatto la promessa. Ti fidi della promessa di tuo marito, ti fidi del lavoro del tuo collega, ti fidi che l’altra macchina si fermerà al semaforo rosso.
La fiducia è alla base delle relazioni umane, e senza di essa la nostra vita diventa una competizione totale, un’insana corsa a proteggersi da tutto ciò che la nostra mente può inventare.
- Ambire: vuol dire desiderare qualcosa che puoi ottenere con i tuoi sforzi. Non c’è bisogno di scomodare il fato né alcuna divinità: dipende da te, dal tuo impegno, dalla tua capacità di gestire persone ed eventi, dalla tua forza di volontà.
Una sana ambizione costruttiva è alla base del nostro agire.
- La quarta te la svelo tra poco ;p
L’errore che spesso facciamo
Quando desideriamo influenzare una situazione a volte utilizziamo le leve sbagliate.
Se vuoi comprare casa, cambiare lavoro, trovare tempo per te, fare nuove amicizie o magari rimetterti in forma, la leva giusta è l’ambizione, non la speranza né la fiducia. Devi rimboccarti le maniche e realizzare, affinché ciò che desideri si concretizzi. Non sperare che le cose accadano, che venga il momento, che arrivi l’ispirazione o che “scenda la Luce Celeste ad illuminare il tuo cammino”. Ti è stato donato un cervello, un corpo, delle capacità, una consapevolezza, degli amici, e magari anche la fede, che ti garantisce centratura qualunque cosa accada. Non cedere all’illusione che qualcos’altro o qualcun altro ti dia la soluzione, perché questa illusione serve al tuo inconscio per non assumersi la responsabilità delle tue azioni. In una parola, si chiama Autosabotaggio.
Allo stesso modo, puoi sperare di vincere la lotteria, ma se per assurdo la tua diventasse vera e propria ambizione, rischieresti di sperperare tutti i tuoi averi in biglietti, magari perdenti. Non focalizzare la tua attenzione su ciò che non puoi gestire e che non dipende da te. Ne otterresti solo una terribile perdita di tempo ed energie.
Infine, se hai ricevuto una promessa da una persona di cui ti fidi, non avere solo speranza, perché non hai nulla da temere: è la fiducia la leva più adeguata! L’ansia, il dubbio e il sospetto sono pessimi compagni di vita. Meglio rimediare le situazione in cui la fiducia viene tradita che non vivere un’intera vita di falsi allarmi, che nel tempo ti consumano.
La quarta leva: l’Intraprendenza
L’Intraprendenza è l’arte di amalgamare speranza, fiducia e ambizione, per trasformare i desideri in realtà (o quantomeno per fare il possibile).
Il Pierino intraprendente, sperando in un aiuto divino, avrebbe intanto nuotato verso riva, agitato le braccia per farsi vedere, pensato a come gestire le proprie energie residue, ed infine accetto l’aiuto della fortuna (o se preferisci del Cielo) materializzatosi sotto forma di soccorso.
Ecco perché, se passa un gommone da quelle parti, ti conviene prenderlo! Che tu creda nel supporto divino, che tu creda nel fato, nell’intelligenza, nelle potenzialità umane, nelle tue forze, nel karma o negli andromediani, una cosa è sicura: la realizzazione dei tuoi desideri passa da opportunità concrete, tangibili, che si verificano davanti a te. Tra queste opportunità c’è la possibilità di usufruire delle tue capacità, della tua intelligenza. C’è la fortuna, la forza fisica, ci sono le amicizie, le emozioni, i soldi, e magari anche i miracoli, e una persona intraprendente utilizza al meglio tutte queste leve insieme per realizzare i propri sogni.
Stimolare l’intraprendenza
Se sei moscio e sconsolato, ecco tre semplici modi per riprendere vigore e tornare intraprendente:
- Porsi domande (utili)
Quando la vita ti scorre addosso può essere che tu non ti stia ponendo domande. Cosa ti serve fare per stare bene? Come puoi migliorare la tua situazione attuale? Cosa vuoi realizzare da qui a 3 anni? Con chi vuoi vivere la tua vita, quali sono i valori per te fondamentali, in quale lavoro ti identifichi e che contributo vuoi dare al mondo? Dove vuoi vivere, che vita vuoi costruire, in cosa vuoi essere bravo, quali hobby ti fanno stare bene, che cosa ti piace studiare?
Porsi domande, continuamente, ti fa conoscere te stesso, e ti consente giorno per giorno di identificare cosa ti dona più soddisfazione e più realizzazione personale.
- Non accontentarsi né di risposte banali né di azioni banali
Una volta poste le giuste domande, sei a metà dell’opera: l’altra metà sta nella risposta e nell’azione che ne consegue.
Non accontentarti di risposte come “non lo so”, “vedremo”, “tanto non si può fare”, “non sono in grado” o “non fa per me”. Meglio “farò una camminata all’aria aperta per rifletterci su”, “chiederò aiuto a…”, “studierò il libro X” o al limite “preferisco investire energie in Y invece che Z”.
Una risposta è buona se è conforme alla regola delle “3P”:
- È Propositiva: non distrugge, non riduce, ma invece stimola una proposta o una riflessione,
- È Potenziante: si basa su qualcosa che puoi fare o risolvere o gestire,
- È Pratica: presuppone un’azione.
A buone domande dobbiamo far seguire azioni concrete. Trova le risorse, le forze, le competenze, le conoscenze che ti servono, ma agisci, perché reprimere l’azione vuol dire negare la tua identità di persona che desidera lasciare il proprio segno e la traccia di sé, e questo prima o poi produrrà frustrazione.
- Eliminare le paure
La capacità di azione dipende dalla motivazione. La motivazione, a sua volta, deriva dalla libertà che abbiamo nell’agire. La paura, in qualunque forma si presenti, è una limitazione della nostra libertà.
Conclusione
“Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”
Questi celebri versi danteschi risuonano come una vera missione per noi intraprendenti.
Non c’è nulla da fare: è insito nella nostra natura umana il desiderio di evolvere, di migliorare, di dare il nostro contributo, e di rendere il mondo intorno a noi un habitat più florido e vitale. Non frenare la tua ambizione, non reprimere l’intraprendenza, perché è uno dei doni più grandi che hai ricevuto, e può cambiarti la vita, proprio come l’ha cambiata a me.
Approfondimenti
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