Dalla newsletter del 27/05/2019.
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Ho avuto un collega tempo fa che nel giro di pochi anni è diventato il miglior venditore in Italia nella sua specifica nicchia di prodotto.
Come ha fatto? Semplice: aveva un problema.
Aveva un estremo bisogno di confermare a se stesso di avere un valore, e di essere capace di ottenere successo sociale. E la misura del successo, per lui, era la capacità di piazzare una vendita in più, o fidelizzare un cliente nuovo.
Cercava conferme per il proprio ego, e come “effetto collaterale” ha imparato ad ottenere vendite.
Ho anche conosciuto un medico speciale. Uno di quelli che sa leggerti negli occhi, e risolverti malanni irrisolvibili.
Non sopportava vedere la gente soffrire, questo era il suo problema.
E come “effetto collaterale” ha sviluppato una incredibile capacità di diagnosi e un bagaglio di soluzioni tangibili e concrete per i suoi pazienti.
I risultati che ottieni sono in larga parte gli “effetti collaterali” dei tuoi “problemi”, ossia di tutto ciò che ti produce sofferenza.
Per evitare ciò che ti fa male, o scappi, o trovi soluzioni.
La sofferenza è combustibile. Puoi usarla per evolvere, oppure per bruciare.
Perché puoi lasciarti bruciare dalla rabbia, dal risentimento, dall’insicurezza, dalla tristezza, dalla paura, dall’umiliazione, dal conflitto, dalla mancanza di approvazione sociale.
Oppure puoi scegliere di capire in cosa quella sofferenza ti sta rendendo più sensibile, più vero, più genuinamente desideroso di migliorare te e il mondo che ti circonda. E se scegli la seconda, prima o poi trovi soluzioni.
Dipende da te. Dipende solo da te: lasciarti bruciare, oppure evolvere e migliorare.
Pensaci.
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