Perché non tutte le tue reazioni possono essere razionali e come gestirle
Tempo lettura: 8 min
Le neuroscienze spiegano come mai alcune emozioni particolarmente forti attivano reazioni istintive, non razionali. I traumi che abbiamo vissuto nel passato vanno considerati come vere e proprie ferite fisiche, perché hanno il potere di influenzare le nostre reazioni agli eventi.
Hai presente quella situazione fastidiosa o dolorosa che rivivi periodicamente nella tua vita?
Una parolina magica del tuo partner che ogni volta ti ferisce, l’abitudine di un tuo collega che proprio non tolleri, un modo di fare di un passante che ti fa imbizzarrire, o un tuo stesso modo di fare o di reagire che torna fuori e che ancora una volta ti fa sentire proprio un fesso?
Sembra come se ognuna di queste occasioni scavi in te una piccola buca, profonda qualche centimetro. Poi capita ancora, ed ancora, ed ancora. E la tua buca si fa sempre più profonda, finché non ne rimani prigioniero. Non sai come reagire, sei vittima delle tue stesse emozioni, siano queste rabbia, dolore, paura, mortificazione o svilimento.
Cosa ti sta succedendo? Perché c’è un qualcosa che intacca la tua serenità e che non riesci a gestire?
Come siamo programmati
Durante l’evoluzione della specie umana, la prima parte del cervello a svilupparsi è stata quella del tronco cerebrale, che regola le funzioni vegetative, dal battito cardiaco al respiro alla digestione. Molti esseri viventi, come ad esempio i rettili, si sono fermati a questo stadio di evoluzione. Non provano emozioni, non apprendono, non pensano.
Dopo “neanche” qualche millennio si è sviluppato il Sistema Limbico, sede delle emozioni. Il Sistema Limbico comprende, tra gli altri, anche l’Amigdala. l’Amigdala gestisce le pulsioni della sopravvivenza e della paura, quelle che ci fanno muovere di scatto quando sentiamo uno sparo o chiudere gli occhi quando sta per colpirci qualcosa. Sono numerose le specie animali che si sono evolute fino a questo punto, tra cui le nostre “cugine” scimmie.
Solo successivamente hanno iniziato a svilupparsi degli strati successivi di Neocorteccia, centro della razionalità e del linguaggio. La Neocorteccia ci permette di escogitare strategie, di studiare, imparare e tramandare, di comprendere le nostre stesse emozioni.
Ecco perché le scimmie più evolute hanno una razionalità maggiore dei rettili e sanno trasmettere ai propri piccoli le basi della loro conoscenza, ma non hanno sviluppato il linguaggio né la capacità di scegliere razionalmente. Ed ecco perché l’Uomo, che ha una Neocorteccia molto sviluppata, quasi sempre può capire le emozioni che prova e decidere come esprimerle.
Perché “quasi sempre”? Perché c’è una cosa che non ti ho ancora detto.
Nel 2000 Joseph LeDoux pubblicò un lavoro chiamato “Emotion Circuits in the Brain”. Con i suoi studi LeDoux provò che gli input provenienti dagli occhi e dalle orecchie viaggiano su due strade parallele, da un lato verso l’Amigdala e dall’altra verso la Neocorteccia. Il viaggio verso l’Amigdala è rapidissimo, perché avviene tramite un circuito cosiddetto “monosinaptico” (composto da una sola sinapsi). Il viaggio verso la Neocorteccia, invece, avviene tramite un reticolato di sinapsi, che raggiunge numerose aree della Neocorteccia. Questo lo rendo più lento.
Morale? Il primo approccio ad un input esterno è sempre emotivo, e solo successivamente può essere razionale. Anche se parliamo di pochi millisecondi, ad ogni input esterno viene prima accesa “la miccia” dell’emozione, e solo successivamente può intervenire la ragione…sempre che la bomba non sia ormai scoppiata! 🙂
In Pratica?
Hai presente quando un amico fa una battuta che fa ridere a crepapelle? Appena la battuta arriva al tuo orecchio tu immediatamente ridi come un pazzo, non riesci a trattenerti! Perché? Perché la tua Amigdala ha ricevuto per prima un input imprevisto (attivando l’istinto di sopravvivenza) e immediatamente capisci che non è pericoloso bensì divertente. Hai mai provato a contenerti quando ormai è partita la risata? È difficile, vero?
Quando l’Amigdala parte secerne degli ormoni che attivano tutto il resto del corpo e che rendono molto difficile per la razionalità placare le reazioni in modo efficace. Questa condizione viene definita “sequestro dell’amigdala”
Ecco perché uno scherzo spaventoso ha come prima reazione la paura. Ecco perché una frase che in te richiama cattiveria, uno sguardo che ti fa rivivere emozioni dolorose, un’azione che ti tocca proprio dove hai una ferita aperta, hanno come primo effetto quello di generarti reazioni emotive irrazionali, dall’avvilimento, al terrore, al bisogno di attaccare.
L’influenza delle esperienze
Ogni esperienza che vivi viene associata ad un’emozione. Giornata al mare=relax, cinema con gli amici=divertimento, maestra cattiva=odio per la scuola, genitore severo=sono un incapace, ecc.
Gli input che ricevi dall’esterno richiamano in te emozioni che hai vissuto in passato. Se per qualche motivo hai associato cane=terrore/pericolo, basterà un impotente chiwawa davanti ai tuoi occhi per richiamare il senso di terrore. Non potrai pensare “massì, dai, è piccolino, non mangia gli esseri umani, non cerca me, vuole solo giocare…” (pensieri razionali). L’Amigdala parte, richiama il terrore, fa partire i suoi ormoni, e tu sei terrorizzato. Fine. Sei in balia dell’emozione, non hai alternative!
Ok, tutto questo per dire?? Per dire che se un input esterno è per te doloroso, ti tocca in un punto emotivamente dolente, ti genera paura, intacca un valore per te importante, sfiora una ferita aperta, partirà prima la tua reazione puramente emotiva, irrazionale, e solo dopo potrai cercare di “recuperare il recuperabile” con la razionalità. Ma intanto il treno della paura, dello sconforto o della rabbia sono partiti.
Curare le ferite
Per quanto abbiamo detto fin qui è molto importante conoscere le associazioni dolorose che abbiamo creato nella nostra mente, e curare tutte quelle ferite o quei traumi che hanno in qualche modo segnato la nostra vita.
È facile pensare che se cadi e ti rompi un ginocchio non puoi pensare di andare a ballare, né di farti una bella corsa all’aria aperta.
Eppure dopo un trauma emotivo o una situazione che ti ha ripetutamente provocato dolore e sofferenza fai più fatica a pensare di doverti curare. Anzi, spesso noi tutti tendiamo a dimenticare gli eventi, lasciando che sia il tempo a curare le ferite. Ma questo non è sano. Non è corretto. Il tempo tende a far dimenticare le cause, ma non rimargina le ferite. Ciò che rimargina una ferita è un’esperienza positiva ed opposta a quella che ti ha generato il male.
Il Tocco in più
Non esiste un metodo unico per risolvere qualunque ferita o paura. Ci sono figure specializzate in questo, dal Life Coach allo Psicologo. Però è utile porsi qualche domanda per fare un po’ di chiarezza:
- Cosa provi quando questa situazione dolorosa accade?
- Come definiresti l’emozione che provi?
- Quando l’hai provata per la prima volta?
- Cosa ti dice che la tua paura, dolore, svilimento sono giustificati? L’emozione che provi è equilibrata rispetto al reale pericolo o problema?
- Cos’è che genera questa emozione? Quali eventi o situazioni la scatenano?
- Cosa puoi fare per risolvere questa emozione negativa? Cosa potrebbe annullarne l’effetto negativo?
- Cosa farai da domani per abituare la tua mente a reagire diversamente?
Conclusioni
Se alcune situazioni “sequestrano” la nostra razionalità e ci lasciano in balia delle emozioni questo non vuol dire che siamo incapaci, irrazionali o insicuri. Piuttosto vuol dire che c’è un’associazione situazione-emozione da conoscere e curare.
I consigli razionali in questo caso servono a poco. Piuttosto, a mente fredda, è importante riconoscere cosa scatena la nostra reazione, cosa proviamo e da dove è nata in noi quella ferita o paura.
In questo processo può essere molto utile richiedere aiuto a chi può guardarti dall’esterno ed aiutarti a fare chiarezza dentro te.
Luca
Approfondimenti
- Nadine Burke Harris è una pediatra americana che ha dedicato tutta la sua carriera a studiare l’impatto nella nostra intera vita delle esperienze traumatiche che viviamo da bambini. I risultati sono incredibili, sorprendenti. Ti consiglio fortemente di vedere questo video, tratto da una sessione di TED. Se vuoi puoi attivare i sottotitoli in italiano.
Leave a Reply